“Caro amico, ti scrivo…”

di Valentina Martini, 3AM (Liceo Linguistico Moderno)

L’amicizia è da sempre, per l’uomo, un aspetto fondamentale: è una relazione che nasce in modo naturale, spontaneo, nella quale, con il tempo, le barriere di protezione che erigiamo per diffidenza e per non essere feriti, vengono abbassate. 

Il filosofo Seneca, nella sua opera Lettere a Lucilio (epistola III), ci insegna che proprio la fiducia è uno degli elementi principali di un’amicizia. L’autore scrive, infatti, che “se consideri amico uno del quale non ti fidi come di te stesso ti sbagli di grosso”. Provando a dare fiducia ad una persona, è poi possibile trovare in essa una sicurezza ed un sostegno, quando, per esempio, si sta vivendo un momento difficile e doloroso. Seneca afferma inoltre che è necessario ammettere un amico con tutto il cuore, raccontargli le proprie preoccupazioni e condividere con lui i propri pensieri. Bisogna aprirsi completamente, mettersi a nudo, senza veli o finzioni, ma mostrando quella parte di sé che solo noi conosciamo, un po’ come lo stesso Papa Francesco ha affermato, ricordando che “la vera amicizia consiste nel poter rivelare all’altro la verità del cuore”.

Non meno importante è la sincerità, che nel tempo diventa indispensabile. Anche nel romanzo di Yukio Mishima La voce delle onde, l’autore scrive che Shinji, il protagonista, “dopo aver raccontato ai suoi amici la sua storia, si sentiva rasserenato” e che il posto in cui lavorava, dal momento che aveva trovato delle persone con cui confidarsi, “era diventato per lui un rifugio d’incomparabile quiete”.

È evidente, benché non esistano ricette infallibili per l’amicizia perfetta, che ciascun legame comporti anche dei doveri e delle responsabilità che ci si assume nei confronti dell’altro: non tutti, però, riescono a rispettare questo “codice”, finendo per logorare il rapporto di amicizia che avevano instaurato.

Forse, comunque, un altro ingrediente essenziale dell’amicizia è avere interessi simili: infatti, come Dante esprime attraverso il suo sonetto Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io, è vivendo sempre accomunati da un medesimo desiderio che tra amici cresce la volontà di stare insieme.

Generalmente l’amicizia tra ragazzi e adolescenti si sperimenta nell’ambiente scolastico, tra i banchi di scuola, vivendo giorno per giorno insieme, condividendo gioie e dolori.  In questa circostanza, accade che, pur di apparire e di appartenere a un gruppo più “influente” o “popolare”, una persona decida di lasciare in disparte un amico, non dimostrandogli più di voler passare del tempo insieme a lui, rattristando con questo atteggiamento colui che si è sentito escluso. Allo stesso modo si può sentire una persona che, forse invidiosa del proprio amico, compie azioni di cui poi si pente. 

In quest’ultimo periodo, inoltre, a causa del Covid-19, tutto è stato più difficile: limitare i momenti di incontro e i contatti umani in generale ha messo a dura prova anche le amicizie più solide. 

Grazie ai mezzi informatici di cui disponiamo, è possibile comunicare attraverso messaggi e videochiamate, anche se questo spesso non è sufficiente per mantenere unite due persone. La distanza è un ostacolo anche per l’amicizia. Sebbene un legame possa rompersi, non per forza però precedentemente non esisteva o non era vero: semplicemente, poiché tutti cambiamo nel corso del tempo e scopriamo ogni giorno nuove idee e convinzioni, anche le amicizie mutano, finiscono, e magari un domani rinascono.

E’ pur vero comunque che se la volontà di sentirsi permane da entrambe le parti, si riesce a tenere duro lo stesso; in questo senso, mi tornano alla mente i versi della canzone di Lucio Dalla, con i quali vorrei concludere la mia riflessione: 

“Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po’

e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò”.

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