Viaggi nel tempo – L’antico Egitto

a cura di Ellen Truccolo, 4AC – Liceo Classico

Vi siete mai chiesti come sarebbe se il mondo tornasse indietro nel tempo? 

Come sarebbero la nostra vita, il paesaggio, la cultura, le usanze e la quotidianità in un contesto completamente diverso?

Purtroppo i viaggi nel tempo non esistono, ma grazie ai racconti e agli aneddoti dei nonni e alle testimonianze scritte di svariati autori, siamo riusciti a ritagliare un pezzo della loro gioventù sospirata, delle loro esperienze e disavventure, rielaborandole con l’immaginazione e immedesimandoci in loro e nei personaggi dei romanzi.

Spesso, infatti, non riusciamo a concepire un mondo senza la tecnologia, senza le comodità moderne, senza le auto e i telefoni, considerando quasi assurdo e ridicolo il metodo che si utilizzava un tempo per svolgere una determinata azione.

Erano anni diversi, erano anni duri e ricchi di povertà, di fame, di discriminazione tra sessi. 

Si era divisi dalle classi sociali, dalle rivalità e dagli interessi familiari e spesso si viveva in un contesto di guerre e di violenze di ogni tipo. 

Ma nonostante questo l’umanità è riuscita ad andare avanti, a superare gli ostacoli più ardui e a ricominciare con il sorriso sulle labbra e con la speranza per tempi migliori.

Proprio per questo motivo voglio proporre questa rubrica di “viaggi del tempo”, nella quale tramite l’aiuto di testimonianze, libri e film, ma anche di miti e leggende popolari, proverò a rielaborare una storia con personaggi del tutto nuovi.


 Una scoperta senza precedenti


La magia e i numerosi misteri celati in Egitto hanno sempre suscitato una forte curiosità che negli anni ha portato numerosi studiosi, scrittori e soprattutto archeologi a visitare e ad esplorare questa terra. 

Il paesaggio, caratterizzato dal deserto sconfinato e delle titaniche costruzioni posizionate nel bel mezzo delle sue dune, viene attraversato dal Nilo che, con i suoi 6650 chilometri, è il fiume più lungo al mondo, oltre ad essere famoso per la sua storia millenaria e per i siti archeologici lungo le sue rive.

Le numerose ricerche hanno riportato in vita le usanze e la cultura degli Antichi Egizi, creando numerose leggende e miti su questa misteriosa civiltà che portò gli appassionati a ideare libri e film basati su tesori nascosti, passaggi segreti, mummie…

E fu proprio quest’insieme di fattori che mi fece appassionare agli studi di egittologia, per poi portarmi a lavorare sul campo.

Il mio sogno era, da quando ero solo un bambino, quello di ritrovare il tanto cercato sarcofago della bellissima regina Nefertiti, che sembrava scomparso nel nulla.

Ero motivato, sicuro di me e non volevo arrendermi fino a che non l’avessi ritrovato. 

D’altronde, allora avevo solo 25 anni e a quell’età si è molto ambiziosi.

Ma dopo due anni di ricerche, anche il mio straordinario ottimismo stava iniziando a vacillare. 

I miei continui fallimenti e le ricerche a vuoto mi avevano fatto più volte dubitare di tutte le scelte che avevo compiuto nel corso degli anni e che mi avevano portato distante da casa. 

E le lettere dei parenti che mi richiamavano insistentemente a tornare a casa non aiutavano di certo questa mia crisi.

Nonostante questo, però, qualcosa mi diceva di rimanere, chiamatelo pure orgoglio se preferite, qualcosa che mi martellava in testa e che mi spronava a persistere.

Fu proprio in un giorno qualunque che avvenne la svolta.

Era una giornata calda, molto calda, il sole era talmente luminoso che per riuscire a vedere si dovevano socchiudere quasi del tutto gli occhi e non tirava un soffio di vento. 

In tutto questo, i miei colleghi ed io stavamo cercando disperatamente in un punto situato nelle vicinanze delle sponde del Nilo.

Ricordo che in quel momento eravamo solo in tre a scavare, a dispetto dei sette che eravamo soliti essere, e quando lo scalpello del mio braccio destro, nonché migliore amico, Richard, colpì qualcosa che produsse un suono metallico,  il mio cuore perse un battito e mi dimenticai di respirare per alcuni secondi. 

Ci lanciammo un’occhiata che lasciava trapelare la stanchezza, il dubbio, ma soprattutto la paura di aver fatto un altro buco nell’acqua. 

L’attesa era alle stelle.  

”Tom…?” sussurrò l’altro in attesa di una mia decisione.

Mi tirai su in piedi lasciandomi sfuggire un sospiro per la calura e la stanchezza. 

Le gambe mi dolevano e gli occhi bruciavano, ma nonostante questo il cuore mi sussurrava una sola risposta :”Dai, vediamo cosa c’è qui sotto”.

Richard richiamò a gran voce gli altri quattro uomini, che lasciarono le proprie borracce senza alcuna esitazione.

I lavori ripresero a gran velocità, spinti da nuove speranze e aspettative.

Furono proprio queste due emozioni rinate che ci fecero imprecare ed esultare non appena da sotto la sabbia sbucò il volto dorato di un sarcofago impreziosito da gemme preziose. 

Non potevamo crederci! 

Sembrava un sogno!

Una volta ripulito completamente dalla sabbia e dalla terra, il sarcofago ci apparve in tutto il suo splendore.

Sul volto dei miei compagni lo stupore e la meraviglia erano evidenti.

Con le dovute cure, lo aprimmo lentamente, trepidanti di scoprirne i tesori e i misteri celati al suo interno.

Quello che ci trovammo davanti ci lasciò letteralmente a bocca aperta: una mummia in perfette condizioni, circondata da gioielli d’oro, gemme preziose, amuleti a forma di scarabeo e da utensili di vario genere che, secondo le credenze antiche, dovevano servire al defunto nella vita dopo la morte.

Ma ciò che mi colpì, oltre a queste enormi ricchezze, fu una piccola anfora decorata con delle iscrizioni in geroglifico sigillata con un coperchio.

La presi in mano con le dovute cure, sotto lo sguardo vigile di Richard, l’unico che si fosse accorto delle mie azioni.

”Che cos’è?” mi chiese attirando nuovamente l’attenzione di tutti su di me.

”Non lo so, ma ci sono delle iscrizioni all’esterno che potrebbero dircelo”, risposi facendogli cenno di avvicinarsi.

Nel gruppo era lui l’esperto di geroglifici, nonostante conoscessi anch’io le basi per la traduzione.

“Dicono che qui è sepolta una grande regina…” disse per poi alzare lo sguardo verso di me quando si rese conto di ciò che aveva appena letto.

C’era la possibilità che entrambi stessimo pensando alla stessa cosa. 

E il tempo si fermò, ancora.

”Non c’è scritto nient’altro riguardo all’anfora?” chiese Ed.

”I simboli sono poco leggibili, ma forse con un’analisi più approfondita in laboratorio…”

”Aprila e basta, dai!” esclamò un altro.

Presi dalla curiosità, anche i compagni che fino ad allora erano rimasti in silenzio a contemplare il sarcofago o ad ascoltare si unirono alle suppliche affinché si aprisse il vaso in quel momento.

Sfilai lentamente il tappo con le mani che tremavano leggermente per la trepidazione. 

Una volta aperto, la sorpresa fu doppia: ci aspettavamo tutti di ritrovare dei gioielli, o comunque qualcosa di prezioso, invece c’erano moltissimi fogli di papiro arrotolati.

Richard li prese in mano e iniziò la lettura.

Caro marito,

le giornate a palazzo senza la tua presenza confortante stanno diventando sempre più difficili da sopportare. 

Le persone che mi circondano, dalle ancelle ai primi funzionari, mi guardano con astio e con odio. 

Borbottano tra di loro alle mie spalle senza accorgersi del fatto che ne sia consapevole e mi lanciano sguardi di fuoco quando incrociano il mio cammino. 

La nostra riforma religiosa, mio adorato Akhenaton, non è stata ben accolta dal popolo come speravamo e, ora che tu non sei più qui a proteggermi e a garantire la mia incolumità, ho paura che presto sarò vittima di un “incidente”.

Prima di essere strappata via da questa vita terrena, lascio impresse qui le mie memorie.

Per volere del sacro Aton, ho vissuto una vita mortale agiata e caratterizzata dal nostro amore, che ogni giorno diventava più profondo.

Ne abbiamo passate tante insieme, sostenendoci a vicenda per cambiare e migliorare questo regno, e adesso che non ci sei più mi sento completamente persa. 

Il nostro era un amore vero, nonostante fossimo destinati a sposarci, e il nostro primo incontro rappresenta ancora uno dei miei ricordi più cari.

Quel giorno, mio padre mi aveva accompagnata a Tebe per presentarmi il mio futuro sposo, di cui avevo sentito tanto parlare e, una volta arrivati, i nostri sguardi si incatenarono all’istante. 

Ti avvicinasti e  mi confessasti di non aver mai visto una ragazza di bellezza pari alla mia. 

Odiavo l’idea di essere considerata da tutti solamente per il mio aspetto esteriore.

Odiavo l’idea di dovermi sposare con un uomo a me sconosciuto.

Odiavo l’idea che, una volta sposata, non avrei più avuto voce in capitolo: sarei stata solo un mezzo per avere degli eredi.

Fu per questo motivo che ai tuo complimenti rimasi impassibile e fredda. 

Ricordo lo stupore e la confusione nei tuoi occhi, ma soprattutto le profonde scuse da parte di mio mio padre per questo mio atteggiamento. 

Quando ci congedammo, ricevetti una moltitudine di insulti e di parole dure per il mio atteggiamento irrispettoso, che avrebbe potuto causare, nella peggiore delle ipotesi, l’annullamento del matrimonio. 

Quando però, alcuni giorni dopo, ricevemmo un papiro nel quale venivano confermate le nozze, questo timore si dissolse tanto in fretta quanto si era inizialmente creato. 

Mio malgrado,  dovetti accettare dunque  il mio destino e il giorno dopo lasciai la casa paterna per unirmi in matrimonio. 

Subito dopo le nozze, mi rifugiai nelle stanze che mi erano state assegnate e cedetti a un pianto disperato. 

Mi sentivo in gabbia, ma soprattutto sola. 

Tuttavia dopo pochi attimi mi raggiungesti e mi confortasti con una dolcezza e una delicatezza alla quale non ero mai stata abituata. 

Mio padre era sempre stato un uomo duro e crudele, che aveva organizzato la mia vita, senza darmi voce in capitolo.

Per questo motivo, dopo un iniziale timore di venir punita per la mia repentina fuga, rimasi colpita dal tuo buon cuore e sfogai la tensione sulla tua spalla. 

Mi sapevi ascoltare, provavi interesse in ciò che dicevo e accettavi i miei consigli e le mie critiche senza farmi sentire mai fuori posto o di misera importanza. 

Mi rivolgevi la parola con una  sincerità che mai prima di allora avevo ricevuto. 

Fu per questo motivo che i pregiudizi e i timori presto lasciarono spazio alla curiosità e a un crescente interesse nei tuoi confronti.

Da quel giorno la nostra relazione si rafforzò, diventando più profonda e più sincera. 

Alla fine, quell’affetto sfociò in un sentimento che ci unì prima in un bacio e poi in un rapporto non dettato solamente dal dovere coniugale, ma dall’amore e dal rispetto reciproco che si era creato l’uno per l’altra. 

Insieme plasmammo una nuova religione, credendo fermamente che la nuova riforma monoteista potesse cambiare in meglio il Paese, unendolo sotto un unico culto.

Costruimmo nuovi templi, creammo nuove leggi e nuove funzioni.

Oggi sono qui, da sola, e sento che la mia ora è vicina.

Ogni notte il divino Anubi (proprio Lui, che  per quasi tutta la vita avevo rinnegato come divinità!) viene a farmi visita in sogno ripetendomi con voce bassa e roca che la mia anima è pronta per essere posta sulla bilancia del giudizio finale.

Nonostante ciò, sono serena nel sapere che ben presto sarò di nuovo accanto a te, amor mio, e vivo questi ultimi giorni con l’attesa di poterti riabbracciare.

Questa memoria è rivolta a te, mio caro marito, unico mio riferimento.

Ora saluto le mie figlie e i miei figli, che saliranno al trono dopo di me, nella speranza che possano seguire le nostre orme per non ripetere gli errori commessi in passato.

Questo scritto che mi seguirà fin dentro al sarcofago, così al passaggio da questa vita a quella dell’Oltretomba, potrò aver memoria della mia esistenza terrena.

La tua devotissima,

Nefertiti

Una volta terminata la lettura, non c’erano parole per descrivere il nostro stato d’animo.

Ci guardammo tutti a bocca aperta e con gli occhi spalancati, ancora del tutto increduli rispetto a ciò che Richard teneva in mano.

Avevamo appena riportato alla luce la tomba della famosissima e bellissima Nefertiti, che per secoli era ritenuta dispersa o addirittura inesistente.

Ma soprattutto, avevamo finalmente portato alla luce la verità riguardo alla vita e alla morte di uno dei volti più famosi e importanti nella storia dell’Antico Egitto.

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