STATI GENERALI DELLA NATALITA’: osservazioni in merito all’incontro

di Greta Bergamo, 4BA (Liceo Scientifico Scienze Applicate)

Venerdì 14 maggio ho potuto seguire con la mia classe dall’Auditorium del Pio X l’evento chiamato Stati Generali della Natalità, a cui hanno presenziato anche il Presidente del Consiglio Mario Draghi e Papa Francesco. Il tema principale di questo evento era la natalità in Italia e lo scopo era quello di sensibilizzare la popolazione su questo argomento ed auspicare un aumento del numero di bambini nati in Italia.

Si stima, secondo quanto è stato detto durante l’evento, che al momento in Italia sia maggiore il numero di anziani rispetto a quello dei neonati e che di questi ultimi ve ne siano 156 mila in meno rispetto al 2008. Si tratta di un numero che, fino a prima della pandemia, non rappresentava una così severa emergenza, mentre ora sì, perché la popolazione italiana sta diminuendo, secondo gli statisti, e soprattutto sta invecchiando, cosa che porterebbe a maggiori difficoltà economiche e sanitarie.

È stato comparato il numero di nati del nostro Stato con quello di Paesi stranieri, mettendo in evidenza il fatto che in Italia nascono davvero pochi bambini rispetto agli altri Stati.

Ho potuto anche ascoltare l’intervento di Nicola Zingaretti, presidente della regione Lazio, e del ministro dell’istruzione, i quali, a mio parere, non hanno detto molto se non ribadire idee e proposte di cui già ero a conoscenza. Hanno cercato di sollecitare ragazzi della mia età o di altre fasce che vanno dai 20 ai 30 anni ad avere dei figli, dicendo che nel nostro Paese ci sono molti parchi, che i ragazzi italiani vengono trattati bene e che la scuola italiana forma persone molto preparate culturalmente e lavorativamente: tutte informazioni che, in quanto studentessa italiana, posso constatare personalmente. 

L’unico momento però in cui ho sentito informazioni concrete è stato quando il presidente dell’Istat ha riportato i dati effettivi sulla natalità in Italia nei vari anni, comparandola con altri Paesi e proponendo lui stesso delle soluzioni.

A mio parere, e dopo essermi informata sull’argomento, dico che, soprattutto ora che stiamo vivendo una crisi economica, i nostri politici non possono pretendere di invogliarci ad avere dei figli semplicemente dicendoci delle cose che già sapevamo. In Francia, per esempio, le famiglie che scelgono di avere dei figli vengono incentivate anche economicamente; se una famiglia ha due figli, il secondo può andare all’asilo gratuitamente, e la madre del bambino può stare a casa senza avere delle ripercussioni in ambito lavorativo.

C’è chi crede e sostiene che una donna sia realizzata solo quando ha una famiglia, però ci terrei a sottolineare che siamo nel 2021 e che anche le donne hanno il diritto riconosciuto al lavoro ed alla carriera. È stato detto, infatti, che molte persone scelgono di avere figli dai 30 anni in su, e che la donna non dovrebbe preoccuparsi economicamente, perché tanto il marito continua a lavorare…Ma spesso non basta il marito per portare a casa sufficiente denaro per vivere bene.

In particolare, come possono le famiglie italiane scegliere di avere un figlio (che richiede grandi costi economici) se non sono nemmeno sicure di avere ancora il posto di lavoro il giorno dopo?

Per concludere, far venire a conoscenza i cittadini italiani di questo problema è giusto e importante, ma non si può pretendere che noi ragazzi risolviamo una questione così importante; prima di dirci che ci sono i parchi e l’istruzione, i politici dovrebbero guardare anche loro le statistiche e rendersi conto che magari c’è qualcos’altro che non funziona. 

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