⓻ “Squid Game”: non è tutto oro quello che luccica.

La serie dei record ha fatto parlare molto di sé, ma non solo positivamente. Un fenomeno globale che ha avuto anche influenze negative da non sottovalutare.

a cura di Gabriele Carniel (International, IGCSE2)

Squid Game è una nuova serie tv scritta e diretta dal regista sudcoreano Hwang Dong-hyuk, disponibile su Netflix; sta facendo parlare di sé a livello globale, è diventata anche un fenomeno diffusissimo sui social, tanto da coinvolgere bambini, adolescenti e adulti, non sempre in modo positivo. Come il film Parasite, parla tratta temi contemporanei di società in cui non vorremmo vivere e, suscitando negli spettatori un senso di nostalgia per via dei giochi tradizionali presenti nella trama, fa una riflessione molto profonda basata sulla differenza tra la parte di popolazione più ricca e quella più povera, creando vere “barriere” anche all’interno della storia.

Il protagonista è un uomo sudcoreano, Seong Ji-hun, divorziato ed enormemente indebitato, costretto a vivere grazie all’aiuto della madre. Tramite uno sconosciuto, viene invitato a partecipare a una “gara”  composta da sei giochi con l’obiettivo di vincere una grossa somma di denaro, circa 40 milioni di dollari. Egli accetta l’offerta, sperando di capovolgere così la propria situazione economica, per ottenere l’affidamento della figlia Ga-yeong.

Accettando, si ritrova così in un luogo sconosciuto insieme ad altre 455 persone.

I giocatori sono tenuti costantemente sotto controllo da guardie mascherate, sotto la sovrintendenza del “Front Man”, il capo che gestisce tutto il gioco. I protagonisti, per aggiudicarsi il premio in denaro, dovranno superare sei fasi che corrispondono a sei diversi giochi per bambini, come  “un, due, tre, stella!” e il “gioco del calamaro” che dà il titolo alla serie.

Il problema più grande però, è che chi perde a questi giochi va incontro a una morte brutale.

Sebbene, come già annunciato prima, il tema sia molto profondo, ci sono alcuni aspetti che potevano essere curati meglio, sia dal lato tecnico sia da quello del messaggio, che, per la sua forza, ha causato anche conseguenze che di certo i produttori non si aspettavano.

La trama in diversi punti della serie risulta essere molto lenta, senza attirare molta attenzione da parte dello spettatore. Questa situazione cambia durante lo svolgimento dei giochi, anche se, durante l’introduzione di nuovi personaggi e nel finale, la trama ha un ritmo piatto.

Il successo di questa serie era inaspettato anche per via della sua poca originalità: infatti molte situazioni le possiamo ricollegare a La Casa di Carta anche se Squid Game trova molte più somiglianze nelle serie tv e film provenienti dall’Asia, le quali molto spesso hanno un messaggio a favore della parte della società più svantaggiata. Inoltre, molte produzioni cinematografiche orientali hanno come base della trama proprio il battle royale, quindi questa gara tra concorrenti alla ricerca della salvezza o di un premio.

Il finale lascia sperare in una seconda stagione, poiché rimane aperto, forse troppo, lasciando lo spettatore deluso.

Il problema di Squid Game non è tanto nella trama, quanto nelle conseguenze che nella vita reale. Sono sempre più comuni giochi che portano a risse e malumori tra i compagni di classe e stanno arrivando richieste di aiuto da parte di istituzioni in tutto il mondo. Inoltre, in certe scene, si vede la sottomissione delle donne agli uomini, cosa che aumenta a dismisura la pericolosità della serie coreana.

L’allarme Squid Game era stato lanciato da esperti e psicologi: i tentativi di emulazione di una serie che appassiona il pubblico ma che è violenta potrebbero portare a comportamenti non corretti fra i più giovani, facilmente influenzabili.

Il limite per la visione è di 15 anni, ma al momento è stata rispettata da pochissimi, tanto che è stata lanciata una petizione per cancellare Squid Game da Netflix: la proposta arriva da Fondazione Carolina, la Onlus dedicata a Carolina Picchio, prima vittima di cyberbullismo in Italia, e che si occupa da anni del benessere dei minori sul web. La prevenzione, quando si parla del benessere sociale e fisico dei ragazzi, è sicuramente molto importante, ma al momento il successo di Squid Game è un fenomeno sociale ed economico, tanto che Vans ha registrato il 150% sulle vendite e la richiesta delle tute retro è aumentata del 100%.

Sicuramente Squid Game ha anche molti spunti interessanti dal punto di vista dell’intrattenimento e dal punto di vista riflessivo, perciò se siete persone curiose e volete capire bene questo fenomeno può essere interessante guardare questa serie coreana, senza aspettarsi però alcuna sorpresa positiva come per Parasite.

Per un altro parere sullo stesso telefilm, ecco un altro interessante articolo:

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo sui tuoi profili social:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Proudly powered by WordPress | Theme: Baskerville 2 by Anders Noren.

Up ↑