“Il disegno del fato” – Emanuele Moretti

a cura di Alma Mazzoleni, 3BG – Liceo Linguistico Europeo, indirizzo Giuridico-Economico


“ROMA PITTURA EMERGENTE OGGI. A New Generation”

Partendo dal presupposto dell’ormai centralità della realtà digitale nella vita quotidiana di ciascuno di noi e ancor più del suo ruolo nella comunicazione e divulgazione di contenuti, nasce l’idea di una collaborazione tra il Collegio Pio X di Treviso e la 21 Gallery, cuore del Treviso Arts District.
“Pillole d’arte contemporanea” è il progetto del blog e podcast della scuola, “Il Pio Parlante”: i ragazzi partecipanti, a seguito di una visita alla mostra “ROMA PITTURA EMERGENTE OGGI. A New Generation”, hanno dialogato con i vari artisti ed hanno elaborato dei testi, che si potranno leggere nel blog, e delle interviste, che saranno ascoltabili su Spotify nel mese di maggio.


Emanuele Moretti, Il disegno del fato, 2022, olio e resina su tela 120 x 80 cm, courtesy dell’artista

“Il colore è un mezzo che consente di esercitare un influsso diretto sull’anima”, scriveva il padre della pittura astratta Vassilij Kandinskij.
Sto pensando a queste parole, mentre osservo l’opera “Il disegno del fato” di Emanuele Moretti: questo dipinto raffigura delle chiazze di colori caldi e freddi in contrasto tra di loro che, però, riescono a trovare armonia in modo spontaneo e naturale creando una sorta di tavolozza di un pittore.

In questa tela intravedo una rappresentazione di un dialogo: le varie macchie colorate, ciascuna diversa dall’altra, riescono tuttavia a trovare un equilibrio e a bilanciarsi reciprocamente.
Non posso fare a meno di ricordare un insegnamento che viene impartito a tutti, sin da bambini: anche se le differenze ci spaventano e vorremmo eliminarle, in realtà dobbiamo apprezzarle e sentirci unici proprio per quelle caratteristiche che ci rendono speciali e ineguagliabili.

L’opera trasmette una grande tranquillità e un inaspettato stupore, poiché la profondità dei colori scelti infonde pace all’osservatore; ciononostante, la presenza del rosso causa una “rottura” nella spensieratezza generale dell’opera e dà la sensazione di movimento, attraendo tutti i colori al centro.

Di conseguenza, i colori non risultano fissi e immobili, al contrario, sembra si muovano come se fossero catturati da una forza centrale che li attira a sé.
La scelta stessa dei colori è fondamentale per la creazione di una dimensione in cui essi si animano. In particolare, Kandinskij approfondisce la ricerca del loro significato attraverso il libro “Lo spirituale nell’arte”, nel quale distingue i due effetti che provoca il colore: quello fisico basato su sensazioni momentanee e quello psichico che raggiunge l’anima e “scava” più in profondità. Successivamente, spiega cosa risvegli in noi ciascun colore, ad esempio il rosso nel dipinto è facilmente associabile al sangue e, quindi, induce a pensare al dolore; il blu crea un effetto di immersione poiché attira lo spettatore e lo porta a concentrarsi solo su quello; infine, il giallo abbaglia, dona vita ed energia.

Lasciamoci dunque guidare dai colori, talvolta opachi, talvolta increspati o lucidi, in movimento e dinamici: essi sono “il tasto, l’occhio il martelletto, mentre l’anima è il pianoforte dalle molte corde”.
Le parole di Kandinskij ancora una volta sono una guida per noi, in quanto non è solo l’occhio che deve interagire con l’opera, ma soprattutto la nostra anima, capace di mettere in moto meccanismi segreti di armonia e di libera associazione di idee: il disegno insondabile del fato è la mappa dei colori della nostra interiorità.

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