“Il corpo dell’avventura” – Pietro Librizzi


“ROMA PITTURA EMERGENTE OGGI. A New Generation”

Partendo dal presupposto dell’ormai centralità della realtà digitale nella vita quotidiana di ciascuno di noi e ancor più del suo ruolo nella comunicazione e divulgazione di contenuti, nasce l’idea di una collaborazione tra il Collegio Pio X di Treviso e la 21 Gallery, cuore del Treviso Arts District.
“Pillole d’arte contemporanea” è il progetto del blog e podcast della scuola, “Il Pio Parlante”: i ragazzi partecipanti, a seguito di una visita alla mostra “ROMA PITTURA EMERGENTE OGGI. A New Generation”, hanno dialogato con i vari artisti ed hanno elaborato dei testi, che si potranno leggere nel blog, e delle interviste, che saranno ascoltabili su Spotify nel mese di maggio.


Pietro Librizzi, Il corpo dell’avventura, 2022, olio su tela con bordatura a tempera 65 x 90 cm, foto di Mattia Angelini, courtesy dell’artista

E’ un’immagine gioiosa quella che deriva dalle opere di Pietro Librizzi: luoghi dell’anima, confusi tra sogno e realtà, colori sgargianti e allegri sono il tratto distintivo di una pittura che ricorda in parte il mondo del Surrealismo, con libere associazioni di pensieri e di immagini.
“Il corpo dell’avventura” fa parte di questo mondo fantastico: in uno sfondo dai toni caldi del giallo-arancio, una barca in mezzo al mare ospita su di sé immagini archetipiche e confuse, mentre un piccolo e stilizzato omino – un moderno Caronte? – spinge un remo irregolare nella forma e sottile, forse troppo per spostare imponenti sagome che troneggiano sulla minuscola imbarcazione.

Parti umane, riferimenti ad oggetti, come una casa, o a forme naturali vengono trasportate in un mare pieno di onde: che si tratti del vissuto che ciascuno di noi porta con sé al momento di compiere qualsiasi viaggio o avventura personale?
Sono propensa ad immaginare quest’opera come una metafora della vita: la sfida che ciascuno di noi compie con se stesso per raggiungere il proprio obiettivo o semplicemente la libertà.

Un mare da attraversare, muniti di un remo sottile e poco stabile, è la prova che dobbiamo superare: siamo noi stessi ad ostacolarci, molto spesso, a causa delle nostre preoccupazioni o delle nostre paure e così sentiamo il peso della fatica.
In un’opera che ricorda le composizioni di Mirò, siamo portati a pensare a libere associazioni di pensiero, come se si trattasse di un diario per immagini, costituito da automatismi psichici e dalla volontà di esplicitare le proprie emozioni: nonostante le difficoltà. il mare e lo sfondo sono pacati, non incutono timore o angoscia, perché si tratta di un’avventura che ciascuno di noi sarà in grado di superare, prima o poi.

Siamo dei passeggeri in questa vita, ma anche i protagonisti di un viaggio straordinario: dobbiamo solo controllare le paure e superarle, come moderni Ulisse in cerca della propria patria finale, ovvero la conoscenza di sé.

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