Vi racconto il mio viaggio in Messico

a cura di Giorgio Zanin, 5AC (Liceo Classico)

La sera del 23 dicembre è quando ha avuto inizio il cosiddetto “viaggio della speranza”, con destinazione una famosa cittadina a nord dello Yucatan, Tulum. Non si trattava della prima volta, in effetti era un ritorno per me in questa città così ricca di possibili esperienze. 

Il viaggio parte la mattina presto quando da Treviso in macchina mi sposto insieme a due compagni verso Milano Malpensa e, nonostante l’orario scomodo, il mio sonno era condizionato dall’ansia e dall’aspettativa per questo viaggio che sembrava quasi impossibile da due anni a questa parte a causa della pandemia che tanto ci ha incatenati alle nostre città.

Nella mia testa apparivano qua e là dei ricordi degli anni passati in quelle spiagge e in mezzo a quella giungla così esotica, e quindi insieme al mio amico Alberto, che conosce bene la zona e con il quale ero già stato lì, raccontavo al terzo compagno (Federico) cosa avessimo fatto la volta precedente e rispondevo ad alcune sue domande.

In un lampo, siamo arrivati all’aeroporto e abbiamo preso il volo fino a Madrid, dove abbiamo avuto un’ora di scalo, per poi riprendere l’aereo, questa volta per ben 10 ore, con destinazione Cancun.

Il volo è stato ovviamente la parte peggiore del viaggio, a causa della scomodità e della durata, ma devo dire che era solo un pensiero relativo tra le mille cose a cui stavo pensando: in fondo, si trattava di  un piccolo sacrificio necessario.

Giunti a Cancun, la seconda città per importanza nello Yucatan, una volta usciti dall’aeroporto è stato impossibile non notare la differenza rispetto al clima freddo che ormai  da settimane incombeva a Treviso, infatti, una volta varcata la porta dell’edificio, sono stato assalito da una tipica afa umida.

Successivamente, ci siamo spostati tramite svariati mezzi di trasporto, in quella che sarebbe stata la nostra città per i seguenti 10 giorni: Tulum. Dal momento in cui siamo stati accolti, abbiamo subito potuto notare la differenza rispetto a una qualsiasi capitale europea: la città infatti era costituita da una larghissima strada che attraversava il centro con ai lati moltissime “tienditas”, ovvero bancarelle di negozi che vendevano principalmente accessori tipici messicani come sombreros, collane, sandali realizzati nei dintorni della città. Essendo periodo natalizio, non potevano mancare eccentriche decorazioni che riempivano la via di colori e attraevano gli occhi dei turisti, e si notava che la gente locale era immersa totalmente nello spirito del Natale per la spensieratezza che traspariva dalle decorazioni dei negozi o bar.

Dopo esserci ambientati, abbiamo sfruttato i primi giorni per visitare i punti turistici più interessanti della zona, come “las Ruinas de Tulum”, uno splendido sito archeologico dove si trovano resti molto ben conservati delle antiche case e templi delle popolazioni Maya che abitavano sulle scogliere di Tulum, affacciate su un mare dal colore variopinto, con sfumature di azzurro, verde e blu che non può che impressionare. Sempre parlando di templi, a due ore di distanza abbiamo visitato il più celebre sito archeologico dello Yucatan, ovvero le rovine del Chichèn Itza, che si estendono su un’area di ben tre chilometri, dove ci sono la celeberrima “piramide di Kukulkan” chiamata dai locali “El Castillo”, e l’osservatorio maya più grande mai ritrovato, “El Caracol”.

Tulum
Tulum
Piramide di Kukulkan

Un’altra esperienza significativa e caratteristica ha avuto luogo la sera del giorno di Natale, in occasione del quale abbiamo deciso di partecipare alla messa dedicata, che è stata sorprendentemente piacevole e diversa da una qualsivoglia messa italiana: infatti era molto più accesa e melodica, intrattenuta da moltissimi canti ecclesiastici messicani locali.

Il resto della vacanza è stato speso principalmente per rilassarci e fare esperienze più dinamiche, come andare nelle splendide spiagge di Tulum a fare attività come kytesurf, surf o snorkeling ( ed ho anche fatto la piacevole conoscenza di due squali toro!).

Inoltre ho avuto la fortuna di vivere l’avventura del famoso tuffo nel “Cenote”, ovvero un buco nel terreno con sotto una pozza di limpida acqua dolce.

Cenote
Cenote

Non potevo non menzionare le feste: infatti Tulum è nota per il clima mondano e per i grandi festival per i quali persone di tutte le età giungono dall’ interaAmerica in cerca di divertimento…Le aspettative non sono state disattese!

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